di fra Francesco Palmieri
– Comunità di Genova –
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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 2 maggio 2023.
IV settimana del Tempo di Pasqua.
Memoria di sant’Atanasio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
In questo incontro di Gesù con i Giudei sulla spianata del Tempio, stupisce la sottolineatura dell’evangelista Giovanni sul fatto che era inverno. Per la maggior parte dei fedeli della Chiesa primitiva – provenienti dal giudaismo – specificare la stagione dell’anno, dopo che si è già detto che si trattava dei giorni della festa della Dedicazione, poteva sembrare un’aggiunta scontata, come se uno scrittore odierno – dopo aver specificato l’ambientazione del suo racconto nei giorni di Natale – ci tenesse a tutti i costi a evidenziare che era inverno. Ma si sa già! È risaputo!
Nel caso del brano del Vangelo di oggi, il freddo invernale è dato dal cuore gelido degli interlocutori di Gesù, che fingono di volerlo conoscere, ma il loro scopo è quello di trovare nelle sue parole un motivo di condanna. I loro occhi infatti sono annebbiati dinanzi alle opere divine che egli compie e che provano la sua vicinanza con il Padre. I suoi discepoli non avevano una piena e puntuale comprensione di lui, tanto che quasi tutti non saranno pronti a sopportare lo scandalo della Croce; però lo amano, lo seguono perché si fidano di lui come pecore che vanno appresso al loro pastore. È l’amore nei confronti di Gesù e il riconoscimento di Dio come Padre la fonte della vera sapienza per ogni uomo.
I Giudei ne sono rimasti privi perché attaccati alle norme e privilegi da loro fissati, escludendo dalla propria vita il rapporto con Dio. Allo stesso modo, i saggi dell’Areopago di Atene hanno rifiutato l’annuncio di Paolo raccontato negli Atti degli apostoli, perché l’autocompiacimento della loro intelligenza non ha permesso loro di scorgere nell’annuncio della risurrezione di Gesù un dono d’amore rivolto anche a loro. Le norme e le logiche umane – pur nella loro genialità – sono innanzitutto dono di Dio, ma sono date per perché siano a servizio del rapporto personale di ciascuno con il Signore. Se invece vi si frappongono, si rischia di preferire il dono a discapito del Donatore.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che hai suscitato nella Chiesa il vescovo sant’Atanasio,
insigne assertore della divinità del tuo Figlio,
fa’ che, per il suo insegnamento e la sua intercessione,
cresciamo sempre più nella tua conoscenza e nel tuo amore.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Buona giornata a tutti voi!
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