Caffè di lunedì 8 maggio 2023

di padre Davide Sollami
– Comunità di Arenzano (GE) –

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Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 8 maggio 2023.

V settimana del Tempo di Pasqua.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14, 21-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».
Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Oggi suggerisco due spunti di riflessione: uno sul tema dell’ascolto dei comandamenti, l’altro in riferimento allo Spirito Santo.

Questi due punti fanno da cornice alla domanda di Giuda Taddeo. Siamo ancora nel Cenacolo, al tavolo dell’ultima cena, quando Gesù fa il suo testamento spirituale. È notte nel cuore degli Apostoli che, nel buio della fede, interrogano il Maestro. “Dove vai?” gli domanda Pietro. “Come possiamo conoscere la via?” incalza Tommaso. “Mostraci il Padre” è la richiesta di Filippo. Nel brano di oggi, ecco un quarto interrogativo: “Come mai ti mostri solo a noi discepoli e non al mondo?”. Giuda Taddeo fa un’ottima domanda e la risposta di Gesù non si fa attendere. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola”.

L’amore genera l’obbedienza e questa, nel cammino spirituale, è importante. Noi ascoltiamo in base a quanto vogliamo bene, e se a chiederci uno sforzo è una persona cara, siamo più disposti a farlo. “Tu non mi ascolti”: quante volte – per rimanere in tema – sentiamo questa frase tra moglie e marito.

Se amiamo Cristo, non basta essere a conoscenza dei suoi comandamenti, ma è importante ascoltarli fino a farli nostri, assimilarli nell’interiorità. Gli insegnamenti di Gesù compongono un’unità, non possiamo scegliere solo le parole che ci fanno comodo. Nell’anima dove si manifestano amore e obbedienza, lì si realizza la presenza di Dio e di Cristo. “Noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (Gv 14,23): il Padre e il Figlio, insieme, “prendono casa” dentro di noi.

Il Figlio di Dio, dopo aver lasciato fisicamente i suoi, ha chiesto al Padre di mandare lo Spirito Santo come aiuto per i discepoli nel suo nome: il discepolo non deve chiedere lo Spirito in base ai propri meriti, ma può riceverlo per i meriti di Cristo. Così, la sua formazione continua per mezzo di un Avvocato chiamato vicino per consolare, lo Spirito Santo che in-segna, “segna dentro”, “scrive dentro” al cuore dei discepoli. Che cosa insegna? “Ogni cosa” (vv. 25-26), cioè tutto quello che i discepoli avevano ancora bisogno di sapere, e inoltre ricorda loro, in modo soprannaturale, le parole di Gesù, sia per il loro beneficio personale che per la stesura dei Vangeli.

Preghiamo.
Custodisci, o Padre, la tua famiglia
nell’ascolto e nell’amore per quello che ci comandi;
donaci il tuo amore nel cammino della vita
per servire e regnare con Gesù, Tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

E su tutti voi, amici del Caffè Carmelitano, invoco la benedizione di Dio.
Buona giornata a tutti!

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