di padre Piergiorgio Ladone
– Comunità di Arenzano (GE) –
***
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 25 maggio 2023.
VII settimana del Tempo di Pasqua.
Santa Maria Maddalena de Pazzi, carmelitana.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17, 20-26)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
Mi stupisce e mi emoziona questa preghiera che Gesù rivolge al Padre per me, per tutti noi credenti, prima di donare la sua vita sulla croce, risorgendo e poi salendo al cielo per la nostra salvezza, per offrirci la possibilità, nello Spirito che ci ha lasciato, di una vita che sarà eterna, uniti a lui e al Padre. Mi stupisce e mi emoziona il fatto che questa preghiera continua a valere ancora oggi per noi, credenti, in quanto si riattualizza ogni volta nel sacrificio che Gesù offre per me e per noi nella celebrazione eucaristica.
Mi stupisce e mi emoziona perché come può non essere accolta e gradita dal Padre più di qualsiasi altra nostra preghiera? E quindi, come può non costituire questo fatto la garanzia della nostra salvezza, della nostra piena realizzazione? Tanto più che è Gesù stesso che lo desidera, anzi, lo vuole; è lui che dice: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io”. È veramente consolante!
Ma perché questa consolazione non costituisca una “magra consolazione”, esige un impegno forte, un impegno legato a tre condizioni ben precise, espresse chiaramente da Gesù nella sua preghiera. La prima è che crediamo in lui: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me”. La seconda è il fine di questa nostra fede in lui, cioè l’unità tra di noi in lui, “perché tutti siano una sola cosa” e ancora “perché siano perfetti nell’unità”. La terza è lo scopo di questa perfezione nell’unità: “perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.
Penso che dobbiamo e possiamo trovare in queste parole di Gesù l’essenza del nostro essere cristiani. E, allora, a questo punto, una verifica di ciò che siamo si impone. Andando a ritroso rispetto a quanto detto, dovremmo domandarci: mettiamo al primo posto la missione di rivelare al mondo il grande amore di Dio per l’uomo e quindi la centralità della salvezza operata da Gesù, o semplicemente pensiamo, senza peraltro riuscirvi, come si diceva una volta, a “salvarci l’anima”?
Gesù ci ha detto che è una missione possibile solo attraverso la testimonianza dell’unità tra di noi, in lui e con il Padre. È ciò che davvero perseguiamo, o continuiamo a pensare che la nostra perfezione consista nel vivere, seppure fedelmente, le nostre pratiche, norme e precetti?
E, semmai la perseguiamo, la cerchiamo nella direzione giusta che è quella di credere in lui, nella sua volontà su di noi e nella sua forza, e non in noi stessi, nelle nostre idee e progetti, magari volendo imporli agli altri, confondendo così unità con uniformità? Unità infatti non significa che tutti debbano pensare e operare alla stessa maniera, ma che tutti mettano al centro l’incontro con Gesù che, unico, può rendere possibile la nostra comunione, permettendoci di cogliere nelle nostre diversità, anziché un ostacolo, una vera e propria ricchezza. E’ esattamente come nel corpo umano, che è tanto più bello e funzionante quanto più ogni membro rispetta la propria e altrui diversità, obbedendo però al comando e alla volontà del Capo, che per noi, appunto, è Gesù.
Preghiamo.
Ci illumini, Signore, la tua parola
e ci sostenga la comunione al sacrificio
che ogni giorno celebriamo,
perché guidati dal tuo Santo Spirito
perseveriamo nell’unità e nella pace.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una buona e santa giornata a tutti con la benedizione di Gesù Bambino,
dal suo Santuario in Arenzano.
***
3° incontro “Amici del Caffè carmelitano”

***
Prossime iniziative nei nostri conventi
***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.