di fra Yarek Sulàk
– Comunità di Arenzano (GE) –
***
Buongiorno, cari amici, con il caffè carmelitano di oggi, 26 maggio 2023.
VII settimana del Tempo di Pasqua.
Memoria di San Filippo Neri, sacerdote.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,15-19)
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Nel brano di oggi, abbiamo ascoltato il famoso dialogo tra Gesù e Pietro, nel quale Pietro per tre volte confessa il suo amore per Gesù. Se guardiamo nel tesoro della spiritualità carmelitana, troviamo una bellissima lettera di santa Elisabetta della Trinità, che riprende questo dialogo tra Gesù e Pietro, ma un po’ cambia la prospettiva. Dopo che Pietro dice a Cristo che gli vuole bene, Gesù gli comanda di pascere le pecore. Come conseguenza di amore verso Gesù c’è quindi l’amore “attivo” verso il nostro prossimo. Elisabetta completa il mosaico con un tassello “passivo”. Ascoltiamo le parole che scrive alla sua priora:
“Lei è straordinariamente amata… Gesù non le dice, come a Pietro: “Mi ami più di costoro?”. Madre, ascolti ciò che le dice: “Lasciati amare più di costoro”, cioè senza temere che alcun ostacolo si frapponga tra noi, perché io sono libero di riversare il mio amore su chi voglio! Lasciati amare più di costoro, questa è la tua vocazione, e, restando fedele ad essa, tu mi renderai felice, perché glorificherai la potenza del mio amore. Questo amore saprà supplire alle tue mancanze: Lasciati amare più di costoro” (Lettera a madre Germana, ottobre 1906).
Un’altra conseguenza del nostro rapporto con Cristo, quindi, dovrebbe essere anche la capacità di lasciarsi amare. Come abbiamo sentito da S. Elisabetta, anche così glorifichiamo la potenza dell’amore di Dio.
Preghiamo.
O Dio, che sempre esalti i tuoi servi fedeli
con la gloria della santità,
infondi in noi il tuo santo Spirito,
che infiammò mirabilmente il cuore di san Filippo Neri.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Una santa e buona giornata a tutti voi!
***
3° incontro “Amici del Caffè carmelitano”

***
Prossime iniziative nei nostri conventi
***
Ricevi ogni mattina il testo del Caffè sulla tua email:
***
Visita i nostri siti:
***
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.